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Università e numero chiuso

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Messaggio  Admin Sab 10 Nov 2007 - 21:21

Anche quest'anno il valzer dei ricorsi al TAR. Ma il diritto allo studio non era sancito dalla Costituzione?

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Messaggio  vittorio Mar 13 Nov 2007 - 5:42

A quanto pare non è così.

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Messaggio  Admin Mar 13 Nov 2007 - 13:45

Da corriere.it ROMA - Governo e maggioranza battuti in senato su un emendamento del senatore di An, Giuseppe Valditara, all'articolo 52 della Finanziaria sull'istituzione di un fondo di 550 milioni per incrementare il finanziamento delle università. L'emendamento, approvato con 161 sì, 152 no e 3 astenuti, puntava ad aumentare di 40 milioni il fondo per aumentare l'assegno di dottorato di ricerca.

Un Governo che ha cuore il futuro dell'Università doveva votare a favore di quest'emendamento. Non esistono vincoli di coalizione di fronte al bene dei cittadini, soprattutto verso tutti qui ricercatori precari mal pagati, che per fare fortuna devono andare all'estero. E nonostante tutto 40 milioni sono una miseria, occorre fare di più.

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Messaggio  Lidano Mer 14 Nov 2007 - 21:18

Il ministro dell'Università Mussi, in merito all'emendamento che è passato al Senato per aumentare l'assegno del dottorato di ricerca, ha detto testualmente: "Sostenere il dottorato di ricerca, preziosissimo livello di qualificazione, è nella linea del Governo. Tanto è vero che già nel decreto di luglio sono appostati altri 20 milioni di euro, e domani è prevista la presentazione al Consiglio Universitario Nazionale dei nuovi decreti sul dottorato. L'emendamento passato al Senato risponde pertanto ad una esigenza reale e sarebbe ottima cosa, se fosse stata prevista anche una adeguata copertura finanziaria: vengono presi 40 milioni di euro dalla Tabella A, che finanzia attività del Ministero dell'Università e della Ricerca, per un ammontare globale di circa 20 milioni di euro per il 2007 e circa 12 per il 2008. E' necessario dunque trovare un'altra copertura, che sposti effettivamente risorse verso la ricerca".

Se non fosse ridicola quest'affermazione ci sarebbe solo da piangere. Il ministro di sinistra, quella sinistra antagonista che difende i precari e i più poveri, invece di raddoppiare la cifra si mette a fare il Padoa Schioppa della situazione. I ricercatori italiani hanno stipendi da fame, sono precari a vita, sono costretti ad emigrare all'estero, questa è la realtà. Invece di essere di sinistra a chiacchiere caro Ministro, cominci ad esserlo sul serio ed investa sull'Università, sulla ricerca scientifica e aumenti gli stipendi di questi ricercatori, che sono da fame. Quando passeremo dalle parole ai fatti? L'emendamento di AN lo doveva proporre Lei caro Ministro, essendo Lei ora al Governo, no la Moratti.

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Messaggio  Akane76 Mer 14 Nov 2007 - 23:16

Posto che veramente ormai sono senza parole, mi chiedo come si possa essere così ottusi su una cosa del genere.
Ricordo incredibili manifestazioni di piazza (quella del 20 ottobre 2005 passerà alla storia), in cui tutti i giovani della sinistra e tutti i ricercatori, protestavano contro la Moratti...Ma che fine ha fatto tutta questa gente adesso?
Protesto contro un governo che non ho votato, ma non faccio niente per protestare contro un governo che ho votato, che mi dovrebbe rappresentare e che invece fa l'opposto di quello che mi aveva promesso!
Welcome in Italy!
I ricercatori sono veramente alla fame, credetemi! Non prendono nemmeno 1/10 di quello che meriterebbero e, nella maggior parte dei casi, trascorrono nelle facoltà anche 12-13 ore al giorno. Portano avanti corsi, fanno ricerca, esami, pubblicazioni di qualunque tipo e spesso sono contretti ad appoggiarsi ai collettivi o alle rappresentanze studentesche per avere voce all'interno dei consigli di facoltà o nei collegi didattici (dai quali talvolta vengono fatti uscire per votare cose che non li riguardano...ABOMINEVOLE!!!).
Sono stata sempre dell'opinione che un Paese che non investe sulla ricerca sia un Paese senza futuro...se la gente scappa dall'Italia un motivo ci sarà...E la scusa che "i soldi non ci sono" non regge più. Sarà sempre peggio se facciamo scadere nello squallore più assoluto quello che, sulla carta almeno, è un luogo di alta formazione: l'Università.

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Messaggio  Alex Gio 15 Nov 2007 - 22:36

Credo che un paese che si trova in grave ritardo come lo è l'Italia debba necessariamente muoversi su due fronti;risolvere i problemi nell'immediato e programmare il futuro. Non è che ho scoperto l'acqua calda ma non basta recuperare terreno nel presente se poi non si gettano le basi per il futuro perchè ci troveremo sempre a dover rincorrere quei paesi che a differenza nostra investono nella ricerca e nello sviluppo.
Ma la vera vergogna stà nel fatto che il cittadino italiano, che è uno tra i più vessati in assoluto, non riceve servizi adeguati dallo Stato che sperpera risorse alla faccia di chi fa enormi sacrifici per mandare i figli a scuola per poi trovarsi un sistema arretrato che non riesce a formare come dovrebbe e potrebbe i futuri laureati per ovvi motivi.
Non votare un emendamento perchè l'ha proposto lo schieramento opposto stà diventando il "live motiv" della Finanziaria 2008, ma dove andremo a finire....... Question
Alex
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Messaggio  Dreamer Ven 16 Nov 2007 - 17:44

Vorrei aprire il mio intervento con la citazione carmina non dant panem e riflettere su come, già nell’antica Roma, gli intellettuali indovinarono la triste realtà di chi sceglie la Cultura come mestiere per vivere.

Purtroppo, dopo quasi due millenni non è cambiato nulla, anzi Cultura e Ricerca, umanistica o scientifica che sia, continuano a non dare panem perché non permettono di ‘campare’.

Difficile, infatti, pensare che poco più di 900 € mensili (con giornate lavorative che arrivano fino a 10 ore) possano permettere di vivere dignitosamente o di pagare un mutuo. Già, poichè, per chi l’avesse dimenticato, i giovani ricercatori italiani non sono solo topi di laboratorio e di biblioteche, ma hanno anche una normale vita come tutti i loro coetanei…

Per questo motivo, dunque, eccezion fatta dei casi in cui mamma e papà continuino a pagare affitti e vacanze, le giovani speranze italiane sono costrette a lasciare la strada della Ricerca, cercandosi un altro lavoro, oppure a scappare all’estero, non in cerca di asilo politico, ma di una maggiore considerazione sociale ed economica.
Forse in questo Paese c’è uno scarso amore per la Cultura e la fuga all’estero, quindi, non è la causa bensì il sintomo della buia crisi che investe la Scuola, l’Università e la Ricerca.
La cruda verità che è che nella nostra società la meritocrazia non viene applicata perché si è sempre perseguito il culto ‘delle corsie preferenziali’, dei famosi figli di…, ed ultimamente quello della mediocrità.

E se tutto ciò fosse una delle conseguenze della società globalizzata, in cui è poco stimabile e dignitoso qualcuno che non sia un rampante manager in carriera?

Vorrei ricordare al ministro Mussi che il diritto allo studio è sacrosanto e che, oggi più che mai, soltanto la cultura può permetterci di recuperare il concetto di cittadinanza, di valore civile e di senso civico; uno Stato senza fermento culturale è uno Stato povero, anche dal punto di vista politico ed economico, non a caso i più importanti esperti di marketing ritengono la salvaguardia e la valorizzazione culturale come indispensabili strumenti per poter accedere a nuove opportunità economiche, sostenendo in questo modo lavoro e ricchezza.

Infine, non posso congedarmi prima di scrivere due parole sul grande cadeau che ha fatto Letizia Moratti durante il suo celebre Ministero. La riforma voleva essere un modo per mettere dei limiti al sovraffollamento delle Università, popolate anche di giovani fannulloni che passavano anni a non far nulla, da qui il famoso numero chiuso... invece la realtà è stata un'altra: le tradizionali Lauree di 5 anni sono state trasformate in 3+2, con la conseguenza che, conquistata la Laurea di I livello, gli studenti fermano lì il loro percorso di studi per immergersi nel mondo del lavoro con contratti, e pseudo contratti, da fame!
(Per non parlare, poi, del livello di preparazione nettamente inferiore alle vecchie e blasonate Lauree!). Ma dove sono finiti quanti nella primavera del 2001 manifestavano contro il Ministro, 'occupando' le diverse Facoltà?

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Messaggio  Lidano Ven 16 Nov 2007 - 20:16

Dreamer non posso far altro che sottoscrivere il tuo intervento.

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Messaggio  Akane76 Gio 22 Nov 2007 - 23:06

Ho solo un appunto da fare al post di dreamer. Il numero chiuso non dipende dal 3+2, ma dall'autonomia didattica che ogni Ateneo ha. Non solo. L'autonomia non è uguale per tutto l'Ateneo, ma ogni facoltà e ogni singolo collegio didattico (o filiera didattico/educativa nel caso di Scienze della Formazione), ha una propria autonomia interna.
Il numero chiuso è deciso prima all'interno dei singoli collegi didatti, poi dal Consiglio di Facoltà, poi dal Senato Accademico e infine dal Consiglio di Amministrazione. Sono molti gli step, ma se un CCD (consiglio di collegio didattico) decide per il numero chiuso, al CdF passa di sicuro, proprio per non toccare le autonomie interne e poi passa in tutti gli altri organi.
Solo il Consiglio degli Studenti (in quegli atenei che possiedono questo organo) può eventualmente dare parere negativo alla cosa. Ma non avendo potere deliberativo, nella maggior parte dei casi resta una voce nel nulla.
Il numero chiuso, poi, è giustificato da alcuni con la carenza di spazi per l'Università. Ma per come la vedo io, è un cane che si morde la coda, dal momento che se lo Stato non investe sull'Università, di conseguenza non si hanno fondi per le strutture.
Vorrei inoltre precisare che, sebbene i soldi siano effettivamente pochi, spesso negli Ateni se ne fa un uso del tutto improprio.
Nella Facoltà di Lettere dell'Ateneo Roma Tre, ci sono molti enormi schermi al plasma che hanno ormai sostituito le vecchie bacheche. Nonostante gli studenti e i loro rappresentanti si siano opposti a questa cosa, gli schermi sembrano aumentare sempre di più, mentre la biblioteca non ha posti per tutti, non ci sono postazioni internt in numero adeguato, ancora non c'è una mensa per un'utenza di 10.000 persone, alcune aule sono piccole e il collegio didattico del DAMS è dovuto andare via ghettizzandosi in una struttura orribile.
Qualche volta si potrebbero anche spendere meglio i soldi che si hanno a disposizione, specie se pochi e specie se le borse di studio si riducono sempre di più nonostante una fiscalità incredibile sulle scandenze e sui meriti reali.

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Messaggio  Dreamer Sab 24 Nov 2007 - 14:34

E’ vero Anake, il numero chiuso non dipende dal 3+2, ma dall'autonomia di ogni singolo Ateneo.

Il mio intervento, però, era finalizzato ad un giudizio sulla riforma Moratti, studiata ed ideata per porre dei limiti all’eccessivo sovraffollamento delle Università, popolate anche di giovani che passavano anni a non far nulla.
Premettendo che la sottoscritta nel marzo 2001 è stata impegnata attivamente nella mobilitazione studentesca, l’unica cosa sensata prevista dall’allora Ministro, forse, era proprio da leggere nei ‘paletti’, posti a limitare le Facoltà in esubero. Il risultato, invece, è stato un altro perchè si è strumentalizzato il concetto del ‘numero chiuso’, creando una situazione che ancora oggi è ai limiti del bluff.

Quanto alla mancanza di fondi ed ai relativi sprechi non posso che concordare amaramente con te.
Apprendo dalle tue parole di schermi al plasma utilizzati in sostituzione delle vecchie e bellissime bacheche tappezzate da fogli multiformi e multicolorati... ne vorrei tanto capire l'utilità!
Tutto ciò fa rabbia.
Rabbia perchè sicuramente lo spreco è sempre esistito, ma oggi è talmente ostentato da calpestare la dignità umana.
... ...
Sempre in materia di sprechi, vogliamo parlare dei cilindri in fibra ottica utilizzati per ‘canalizzare’ il passaggio di vetture intorno a Palazzo Madama costati circa 250.000 €?

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Messaggio  Akane76 Sab 24 Nov 2007 - 14:50

Dreamer, non posso che concordare con te su quanto detto.
La mia era, ovviamente, solo una precisazione. Troppo spesso, infatti, si attribuisce al 3+2 il problema del numero chiuso. Ma è bene sapere che non è così.
Per anni abbiamo lottato, nelle Università, contro questa scelta eppure ancora oggi esiste questo ostacolo.
La proposta di riforma universitaria, poi, fu un'idea del ministro Berlinguer che, in scandenza di mandato, ha pensato bene di lasciare questa bomba ad orologeria nelle mani della Moratti!!!

Quanto agli schermi al plasma! Ahimè, è triste verità.
Utilità pochissima, spreco infinito.
Durante le sessioni di esami, questi enormi schermi proiettano gli esami del giorno e le aule in cui si svolgeranno. Ma se arrivi lì davanti per vedere dove devi andare e la schermata col tuo esame è già passata, devi aspettare anche 5 minuti lì davanti con la speranza che lo schermo torni sulla parte che ti interessa. Una cosa allucinante.
Senza condiderare che le bacheche, molto più veloci e funzionali, erano leggibili a tutti nello stesso momento e non rischiavamo di bloccarsi!
Il problema è che ce ne sono tantissimi, mi pare più di 30 e sono tutti enormi!

Akane76

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