Interventi a favore dei lavoratori over40

Vi riporto di seguito la proposta di legge presentata dal Consigliere Regionale Claudio Bucci (Partito Socialista) avente come obiettivo interventi a favore dei lavoratori over40.

"Reinserire nel mondo dell’occupazione gli ultra quarantenni che ne siano fuoriusciti, attraverso la creazione di corsi di formazione e riqualificazione. E’ questo lo scopo della proposta di legge concernente “misure a sostegno dell’occupazione e del reinserimento nel mondo del lavoro per coloro che hanno superato quaranta anni di età” presentata alla Pisana dal Consigliere Claudio Bucci (Partito Socialista).

Il fenomeno dei lavoratori maturi che superati i 40 anni sono esposti al rischio di espulsione dal mondo del lavoro e che sperimentano grandi difficoltà, se non impossibilità a rientrare, sta lievitando in modo sensibile e preoccupante ed è necessario individuare rimedi. Diventa così centrale la capacità di poter acquisire una nuova formazione professionale attribuendo a quest’ultima la funzione di strumento essenziale ai fini non solo del bagaglio culturale della persona ma soprattutto della ricollocazione nel mercato del lavoro.

In un recente sondaggio condotto per la Bocconi si è stimato che sono 500.000 le vittime di licenziamento e circa 1,6 milioni le persone che vivono cambiamenti peggiorativi in azienda. Più sconcertanti sono le conclusioni sulla percezione del fenomeno nel mondo del lavoro. Oltre “ l’80% ritiene il fenomeno un allarme sociale molto pesante, ed il 61% critica il fatto che le aziende si liberano degli over 45 per sostituirli con i giovani perché costano meno”.

Al fine di combattere questo fenomeno che interessa ormai migliaia di lavoratori italiani, attraverso la proposta di legge vengono messe a disposizione dalla Regione Lazio apposite agevolazioni per le aziende che intendano assumere a tempo indeterminato coloro che hanno seguito un percorso formativo e che rientrino nelle suddette caratteristiche.

Queste risorse saranno utilizzate essenzialmente per la promozione di percorsi di specializzazione e riqualifica professionale; per iniziative finalizzate a verificare l’assegnazione di lavoro e la sua efficacia, anche per contrastare la diffusione del lavoro non regolare; per iniziative mirate all’inserimento o al reinserimento nel mercato del lavoro di alcune categorie svantaggiate.

Al fine di garantire l’effettiva formazione e il reinserimento delle suddette persone, sono altresì previsti dei criteri in base ai quali potranno essere revocati i contributi concessi."

Più si va avanti con l'età più è dificile ricollocarsi sul lavoro. Ho degli amici di qualche anno più grande di me che stanno vivendo l'umiliazione della mobilità con poche speranze di trovare un nuovo posto di lavoro. Occorre investire molto sulla formazione di queste persone, perchè molto spesso hanno fatto sempre lo stesso lavoro e sanno fare solo quello.

Di fronte alla crisi economica attuale, gli investimenti sulla formazione sono fondamentali. Tante statstiche evidenziano come un popolo colto è più ricco di uno meno colto. Le ragioni sono facilmente intuibili. La proposta mi sembra interessante anche perchè trovo quello del ricollocamento di lavoratori di una certa età un tema importantissimo. Com ete anch'io conosco più di qualche persona che sta vivendo l'umiliazione della disoccupazione. Su un post che ho aperto ieri ho riportato anche il caso dell'Unilever, dove passa 100 lavoratori sono in mobilità. Le istituzioni di certo non possono latitare. Lo strumento della formazione è anche molto utilizzato all'estero, specie nei paesi scandinavi. E' il life long learnig secondo la strategia di Lisbona. Speriamo che venga utilizzato di più e meglio.

Vi invito a leggere questo articolo pubblicato sul sito nella categoria: Politica Interna

Welfare, le proposte socialiste per i precari

dell'esponente socialista on. Lanfranco Turci

Il lavoro per gli ultra40enni è un vero problema e non solo italiano.
Ho 50 anni passati e l'azienda in cui lavoravo ha chiuso i battenti quando avevo 48anni. Mi sono trovato, nell'arco di pochi mesi, spiazzato e alla ricerca di un lavoro dove ovviamente potessi mettere a frutto la mia esperienza acquisita negli anni. Non ho trovato nulla se non "piazzate" da mercato e grazie all'aiuto di alcuni parenti sono finora riuscito a sopravvivere.
Il problema di fondo è solamente uno: soldi e potere
Io azienda non voglio pagare di più di quello che voglio spendere, perchè tu hai già maturato un'esperienza e perchè tu, già avanti negli anni, potresti essere in grado di farmi le scarpe e di sovvertire l'ordine che con fatica ho messo nella mia azienda.
Nella fattispecie il datore di lavoro, e ce ne sono a bizzeffe, non sono concordi di affiancarsi con persone "datate" negli anni, proprio per i due motivi suddetti. Preferiscono investire su un giovane, schiavizzarlo, e trovarsi magari dopo 2/4 anni che il giovane se ne vada per altri lidi dove potrà mettere a frutto l'esperienza acquista a prezzi migliori.
Insomma il datore di lavoro non solo è un becero rincitrullito, ma preferisce avere l'uovo che la gallina. L'acquisizione di un "datato" invece, oltre che risolvergli le problematiche aziendali, partirebbe già da un livello di esperienza ben più alta di un giovane e permetterebbe all'azienda un recupero in termini di produttività.
Certo il "datato" è più schematico, più rigido e meno malleabile, forse anche meno incline ai compromessi che spesse volte portano ad affossare le aziende, ma questi difetti sono sempre e comunque aggiustabili.

Si passa poi all'aspetto economico. Un giovane molte volte viene assunto a tempo determinato o come si usa dire adesso in uno stage, chiamiamolo periodo di prova, finito il quale l'azienda decide se tenerselo e/o rinnovare lo stage. I prezzi, da quello che so vanno dalle 800/1200 euro al mese e con la 13ma si arriva ai 900/1300 euro. Pochino per fare una famiglia e/o per permettere alla macchina produttiva italiana di far girare le macchine, vi pare? E poi si parla di competitività, mah?
Un "datato" con più di 10 anni di esperienza nel settore degli acquisti o amministrativo o commerciale, potrebbe chiedere almeno 2000/3000 euro mese, rimanendo nella fascia più basse retributiva. Certo non è il massimo, ma sicuramente uno stipendio più che dignitoso che potrebbe inoltre migliorare nel corso della sua permanenza nell'azienda dimostrando le sue capacità.
Quale sarebbe il rischio per l'azienda?
Nessuno oppure molto più basso rispetto ad un giovane: un giovane che prende 1200/euro mese costa all'azienda circa il doppio e per 12 mesi sono circa 29000 euro + le tasse - sgravi fiscali - vantaggi amministrativi vari. L'azienda ammesso che il giovane rimanesse per 2/4 anni si troverebbe ad investire, costo puro, dai 48000 ai 96000 euro senza contare al personale che dovrebbe affiancare il giovane per impratichirsi della nuova posizione. Un datato, fissati i tempi per la messa a regime, dopo circa 6 mesi avrebbe un quadro abbastanza completo dell'azienda e della mansione a lui destinata e dopo due anni, se i risultati arrivano, ed arrivano, darebbe certamente il ritorno aspettato al datore di lavoro.
Diciamo che dopo 6 mesi il datore di lavoro non sia soddisfatto del suo investimento, avrà speso, visto che normalmente le prove in questo caso sono fatte, quasi sempre fuori busta (!!!!), dai 12000/18000 euro senza altro aggravio. Ben poca cosa rispetto a quanto speso per un giovane di cui non sa per certo se sarà effettivamente produttivo.

Questo in sintesi la situazione che si vive nel nord-est. Amara, ridicola e vessatoria, ma sopratutto e politicamente assurda.
Allora li vogliamo far lavorare sti vecchi???



ed

Benvenuto Edgar.

Non posso che condividere quanto da te detto, esiste un gravissimo problema legato al ricollocamento degli over 40.
Dobbiamo fare i conti con la mancanza di un piano strategico che affronti il problema. Molti pensano di risolvere il tutto facendo corsi di formazione che insegnino ad usare il computer, un pò come se fossimo agli albori della rivoluzione informatica. In questo modo si sperperano risorse che potrebbero essere dirottate in altre politiche.

Ciao Edgar e benvenuto nel forum.

La situazione che hai descritto nel tuo intervento non si differenzia di molto dalla situazione che si vive nella capitale. Io lavoro nel settore informatico un campo dove i contratti a progetto sono infiniti, come i contratti di stage e devo dire che a volte si vede qualche azienda che assume a tempo indeterminato. La differenza sta nel fatto che le tariffe che tu hai elencato per i ragazzi alle prime armi di qua sono ancora inferiori, si parla di stage da 400€ e contratti a progetto per iniziare da 900/1000€. Ridicolo.
Purtroppo oggi giorno è vero ai datori non serve più il personale esperto, ma preferiscono mantenere all'interno della loro struttura quelle poche figure con una certa senjoriti alle quali affiancano queste giovani promesse, con il chiaro intento come dicevi tu di tenerle per quei 4/5 anni per vederle poi partire e ricominciare da capo.

Il problema del ricollocamento degli over40 a mio avviso è duplice: in primo luogo una persona con più di 10 di esperienza ha un costo dovuto all'esperienza acquisita sul campo e dopo come in tutti i mestieri si tende a specializzarsi su quelle che sono le proprie competenze e si rischia quando si resta senza lavoro di doversi riqualificare a proprie spese e non senza fatica per andare a lavorare magari alla metà di quello che si guadagnava prima.

L'introduzione della flessibilità doveva fare in modo che chi non avesse un contratto a tempo indeterminato ogni qualvolta terminasse un rapporto di lavoro non sarebbe rimasto nemmeno un giorno senza lavoro perchè sarebbe stato ricollocato immediatamente o per mezzo di società interinali o per mezzo dei centri dell'impiego. A mio avviso se questo fosse stato vero oserei dire poco male. Peccato che chi rimane senza lavoro soprattutto ad una certa età o ha un colpo di fortuna, o qualche conoscenza che lo può illuminare o difficilmente riesce a ricollocarsi.

In alcuni paesi (Danimarca,...) come soluzione a questo problema è stata attuata una politica di flex-security, per mezzo della quale si garantisce al disoccupato la possibilità su finanziamento dello Stato di seguire dei percorsi di formazione obbligatori rivolti all'assunzione.

Insomma io Stato di obbligo a riqualificarti ed in cambio tu sei obbligato ad andare a lavorare.

Onestamento spero che questo modello venga portato anche in Italia.

Alberto

Beh, mi spiace che le paghe per i neo assunti siano così basse. E' veramente umiliante e meglio lavorare in nero guadagnare di più che farsi prendere per i fondelli dai soliti "negrerieri".
Il problema non è l'imposizione dello stato, la regola di fondo è che qui da noi esiste un qualcosa che non ha nessun riferimento nel mondo del lavoro anglosassone.
Ti faccio un esempio. Ho un parente negli USA e ha conosciuto, tramite altri amici del luogo uno che alla bella età di 52 anni è stato messo sulla strada perchè l'azienda è fallità. Era ingeniere elettronico ed occupava un posto di rilievo in una società di software per i controllori radar di NYC.
E' rimasto per 3 mesi senza lavoro e dopo alcune ricerche un'latra società lo ha assunto nel New Jersey, che è come dire, per loro, dietro casa. E' rimasto 4 anni con loro e poi ha chiuso anche questa azienda, alla faccia dell'economia rampante degli USA , e a 56 anni, prepensionato, si è ritrovato alla ricerca di lavoro.
In Italia, ma anche in europa, uno così sarebbe già destinato al pensionato e invece lì da loro, se vali, se hai i nmeri per continuare continui a lavorare e così è stato.
Noi, per cnto mio siamo troppi legati a favoritismi, conoscenze, connessioni politiche e/o amicizie che possono spingere quello o questo. Non si guarda al valore di una persona a quello che è stato e a quello che ha fatto nel suo passato. Insomma come sempre è meglio colui che appare che quello che ha sostanza. E' così, purtroppo...checchè ne dicano i vari poltici che se hanno lavorato, al massimo avranno forse fatto fare un click alla loro penna.

Ed