Sciopero dei TIR

Ancora un altro sciopero questa volta dei Tir.

A rimettetrci ancora i cittadini, siamo ben oltre la frutta, siamo arrivati all'ammazza caffè.

Admin ha scritto:Ancora un altro sciopero questa volta dei Tir.

A rimettetrci ancora i cittadini, siamo ben oltre la frutta, siamo arrivati all'ammazza caffè.

Beh, il problema di fondo non è lo sciopero, checche ne dicano i media, ma altre cose che ormai sarà difficile riguadagnare.
Prima tra queste il tessuto produttivo locale: l'agricoltura, bene primario per una nazione, l'artigianato, relegato solo ad un fatto d'attrazione turistica, al commercio locale inesistente. Tutti settori che hanno subito in questi ultimi 15/20 anni un tracollo irrimediabile.
Le nostre attività produttive si sono trasformate in attività di trasformazione, perdendo di vista la qualità produttiva locale favorendo invece il maggior utile aziendale. Ma come si sa l'utile di un'azienda è determinato da una diminuzioni dei costi e la voce manodopera è una di quelle che nella costruzione dei costi copre spesso oltre il 60% dei costi stessi. La risposta è quindi ovvia: globalizzazione (falso!!!) e delocalizzazione (vero).
Molte aziende, da quelle più grandi a quelle mediamente piccole, si sono rivolte ai mercati dell'est e orientali proprio alla ricerca del minino prezzo da pagare per la manodopera. Hanno svuotato la nazione della sua esperienza (know-how), delle sue conoscenze, relegando le diverse maestranze a sudditi di uno stato povero, in preda alle malversazioni dei "proci".
Si è creata una situazione che era prevedibile e non credo di essere un genio per dire delle cose del genere.
A mio giudizio, in qualsiasi nazione, piccola grande che sia il tessuto locale produttivo deve sempre e comunque essere presente, non deve mai mancare e solo in questo caso anche la becera manifestazione avrebbe comunque un impatto relativamente grave.
IN quello che invece è accaduto si è dimostrato proprio quell che si voleva dimostrare:

- primo: che è sufficiente che pochi mettano in ginocchio un'intera economia
- secondo (MOLTO PIu GRAVE): sono state le prove per capire come reagisce lo stato italia di fornte ad un eventuale colpo di mano.

Io non vorrei essere pessimista e nemmemo un profeta non ascoltato, ma se tanto mi da tanto...


ed

Purtroppo in questi anni s'è persa per strada quella che è la visione paese.
Sono state dilapidate ingenti risorse economiche con risultati nulli, basta pensare alla famosa riduzione delle tasse del Berlusca o il bonus incapienti di Prodi. Sono stati bruciati mialirdi di euro senza risultati. La lista sarebbe troppo lunga quindi mi fermo qui.
Quello che bisogna far emergere con forza nel dibattito politico è il tipo di paese che vogliamo, quali sono i settori su cui puntare, e di converso su quei settori concentrare gli sforzi.
L'esempio dei camionisti è lampante, sono decenni che si dice di puntare sulle strade ferrate, e sono decenni che la miglior politica applicata al settore è: aumento del prezzo dei biglietti, due scipoeri al mese nel settore, investimenti zero, sporcizia tanta, prepensionamenti a iosa.
Sono sicuro che il tema delle strade ferrate sarà il cavallo di battaglia di un partito alle prosssime elezioni, della serie tutte chiacchiere e distintivo.
Lo sforzo che dobbiamo fare tutti, è trovare la sintesi dei problemi, fare un piano di breve, medio e lungo periodo, e seguire la linea tracciata.
Occorre una nuova visione paese.