Morto un tifoso

dale prime notizie che giungono una persona è morta dopo uno scontro tra tifosi in un'area di servizio lungo l'A1, nel territorio di Arezzo. La vittima è un tifoso laziale anche se non è ancora chiara la dinamica di quanto accaduto e le responsabilità sulla morte del tifoso. Sembra secondo quanto emerso la vittima sarebbe stata raggiunta da un colpo di pistola e tutto è avvenuto nell'area di servizio di Badia al Pino, dove si sarebbero scontrati tifosi della Lazio, diretti a Milano, e quelli bianconeri in viaggio verso Parma.

Assurdo odiare ed uccidere una persona perchè tifa un'altra squadra. Speriamo che dopo il molto probabile stop al campionato, dopo due o 3 giorni di belle parole e buone intenzioni, si metta definitivamente una parola fine alla violenza negli stadi.

Dalle ultime notizie sembra che il colpo sia stato sparato da un agente di polizia che, ancora nulla di ufficiale, cercava di dividere la rissa sparando un colpo in aria, mah.

Speriamo che lo sport ritorni a essere un festa
Speriamo che ci siano leggi piu severe
Speriamo che i club avranno il loro stadio e piu responsabilita nei confronti dei tifosi
Speriamo che questa morte faccia capire a tutti che non vale la pena litigare per una partita
Speriamo che non sia stato un polizziotto come dicono le ultime notizie altrimenti non si sa a chi credere
UN'ABBRACCIO AI GENITORI DI GABRIELE

Morti, tafferugli, partite rinviate, che tristezza il calcio italiano. In Inghilterra i famigerati holigans sono stati debellati (tranne quando vanno all'estero), da noi gli scontri sono la normalità. Ma possiamo andare avanti in questo modo?

Credo che a questo punto sia il caso che il governo intervenga in modo pesante sulla direzione del calcio italiano.

La notizia del tifoso morto ancora non era arrivata anche perchè, la partita in questione era alle ore 11.00. Per rendere però la situazione di tensione che si respira anche nei campionati dilettanti, in Vjs Velletri - Formia, girone B di Eccellenza, per un totale di 475 spettatori paganti, c'era un dispiegamento di oltre 80 unità delle forze dell'ordine tra Polizia e Carabinieri. alla fine non è successo nulla, ma la gara era tra quelle indicate ad alto rischio, così cometante altre. Pensatevi allo stadio con un rapporto di pubblico - forze dell'ordine di 1 a 6!

Purtoppo penso che lo sport in quanto tale c'entri poco in questo incredibile episodio, penso invece che sia la società ad essere in crisi di valori, divisa tra buonisti e purgatori che rendono l'aria ancor più irrespirabile di quanto non lo sia già. Credo che la situazione sia sfuggita un pò di mano anche perchè questi problemi diventano inevitabilmente terreno politico fertile per accusare questo o quel politico di che cosa non si sà.
E' ora di finarla con le strumentalizzazioni, la politica deve dare risposte e spegnere i toni riportando la serenità tra cittadini e istituzioni.

Il campionato va fermato fino a quando la violenza non sarà DEBELLATA la violenza. Mi sono rotto le palle di questi tifosi esaltati che si farebbero uccidere per la loro squadra ma non muovono un dito contro sulle altre questioni. Paghiamo tasse altissime, abbiamo ospedali di merda, treni di merda, scuole da schifo e pure di merda, e nessuno prende a manganellate un medico o un docente universitario.
Se a morire fosse stato un turista nessuno avrebbe mosso un dito, con tutto il rispetto per il povero ragazzo.
Mi fermo qua altrimenti do di matto.
Ma andate a lavorare parassiti che non siete altro

Caro Bambi65 hai un linguaggio un pò troppo colorito ma mi piace quanto dici.
Tuttavia credo che sia importante denunciare il fatto ma anche proporre delle soluzioni a un problema che, come dicevo prima, rispecchia un malesse generale della società dove i toni vengono esasperati fino a generare situazioni come quella vissuta a Roma di vera e propria guerriglia urbana, a mio avviso incomprensibile (visto che il polizziotto non è stato ancora processato).
Dobbiamo impegnarci per una società migliore che riscopra i valori fondamentali con i quali sono cresciuti i nostri padri. In questo mondo globalizzato e sempre più intollerante dobbiamo imporre i valori del vivere civile e della giustizia sociale; credo sia l'unica via.
Non trovi?

Sarò anche colorito ma siamo arrivati ad un punto limite. Questi signori sono dei delinquenti che non avrebbero alzato un dito se solo a morire fosse stata una persona che non era un tifoso. Hanno messo a ferro e fuoco una città. Ma che immagine diamo al mondo? Già di figure del caz.. ne facciamo tante, ci mancavano solo sti 4 bifolchi. Il campionato va fermato subito. Dobbiamo far rispettare le regole, non è possibile che lo stadio sia un porto franco dove ognuno può fare ciò che vuole. Luoghi dove c'è l'anarchia assoluta, dove a comandare sono dei facinorosi delinquenti abituali. Così si allontana la gente dallo sport le famiglie e i bambini. Io mio figlio non lo porterei mai allo stadio eppure il calcio mi piace un mondo.
mi do all'ippica

Approvo.

Morire a 28 anni. Morire senza un motivo, dopo una notte passata a far girar musica per i coetanei. Morire sul sedile posteriore di un’auto, in compagnia di amici che condividono la stessa fede sportiva. Morire per un colpo esploso da un servitore dello Stato.

Verrebbe da gridare che non possono morire così le giovani speranze italiane!
Non esiste motivo capace di giustificare l’insano gesto di un uomo in divisa.
Ritornano in mente, allora, i tanti e troppi casi di colpi sparati in aria e che poi la storia ha dimostrato come, invece, furono diretti ad altezza d’uomo: i dimostranti di Avola nei lontani anni Sessanta, giù in Sicilia, oppure, senza andare troppo lontano, quello che purtroppo ci rievoca, seppur in un diverso contesto, la nostra memoria storica locale.
Come se tutto ciò non fosse bastato a lacerare il silenzio di una normale domenica autunnale, ecco innescarsi un tragico meccanismo di violenza destinato a durare per i prossimi giorni, per i prossimi turni di campionato, dentro e fuori gli stadi. Quello che domenica è accaduto a Roma e che ancora si respira in città ha il nome della guerriglia urbana, ha il sapore di un fenomeno che è la perfetta negazione di una società civile, o di qualcosa che possa definirsi tale. Il tutto, o quasi, per un mancato ‘ALT, fermiamoci tutti!’. (Quasi perchè oramai tutti facciamo parte di una società che ha perso la bussola).

Subito dopo la diffusione della notizia dell’uccisione di Gabriele Sandri, sono esplosi scontri tra i gruppi di tifosi di opposte fazioni, mai come in questo caso uniti da un odio viscerale, e le forze dell’ordine. Ribellioni che sono continuate durante e dopo le partite, follemente lasciate giocare dai Signori del calcio… già… il calcio… ... dimenticavo… ... una palla di cuoio attorno a cui ruotano gli occhi di molti ma gli interessi di pochi.
Come se i morti non fossero tutti uguali. Come se l’uccisione di un normale tifoso nel parcheggio di un Autogrill non meritasse analoga sospensione del Campionato di Serie A, come quando fu ucciso il poliziotto Raciti.
Tutto ciò significa consegnare il calcio alla mercè dei gruppi violenti organizzati. Significa rinchiudere, a causa di giovani imbestiati, il calcio in una gabbia di forze dell’ordine. Significa relegare le famiglie e gli sportivi a seguire il calcio, a pagamento, solo davanti alla televisione.

Quello che purtroppo si registra per l’ennesima volta è che in questo Paese l'aspetto economico viene prima dell'etica, della moralità e del buonsenso.
E’ arrivato il momento di fermare quella palla che gira! E ritrovare, tutti, il valore del vivere civile.

Non voglio credere a chi in questi giorni si fa forte sostenendo che sia una sconfitta dello Stato e delle sue Istituzioni, tuttavia, sento di esprimere l’opinione di tanti, giovani e meno giovani, che vogliono conoscere la Verità. Chi ha sbagliato deve assumersi tutte le responsabilità, condannando, sia chiaro, senza esitazione quanti inneggiano a slogan demenziali ed oltraggiosi della memoria di un ispettore di polizia, ucciso a Catania, mentre faceva il suo dovere davanti allo stadio.
Ciò che ci si augura, adesso, è uno sforzo di professionalità a quanti impegnati nella carta stampata e nelle radio-televisioni, dunque nella Comunicazione, affinché vengano approfondite le dinamiche che hanno portato all’uccisione di Gabriele, affinché questo caso non si risolva con titoli ed articoli urlati in prima pagina per un paio di giorni, strumentalmente per gridare (per l’ennesima volta) tutto il marcio del pianeta calcio e delle tifoserie violente. Abbiano tutti il buonsenso di evitare di psicanalizzare questa subcultura calcistica, che è diventata l’occasione per mostrare violenza, xenofobia, razzismo e nostalgia nazi-fascista.

Forse, nei palazzi del potere molti ignorano che anche così si uccidono le speranze delle giovani generazioni, non andando al fondo dei problemi e dei fenomeni, non rispettando la loro fame di verità e di onestà da parte delle autorità e di chi ci governa. Vorrei che venisse evitato di deludere anche stavolta gli animi di quanti, domani, saranno la futura classe dirigente. Sarebbe un tragico errore, perché significherebbe uccidere una seconda volta Gabriele e verrebbe uccisa la ricerca della verità dei fatti, ad ogni e a qualunque costo, come ci ha insegnato per decenni il maestro Enzo Biagi.

Benvenuto Dreamer, bellissimo intervento.

ops... direi benvenutA!

Una femminuccia.... che bello, finalmente sempre più donne discutono di politica.
Son colpito favorevolmente. Complimenti